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COSA SI NASCONDE DIETRO LA MASCHERA?

A cura della Dr.ssa Marta Calascibetta - Psicologa

Eridentimed, Arese (Mi)

Tempo di lettura: 1 min


Capita di comportarti come gli altri desiderano ma non come vorresti? Alteri il tuo comportamento pur di essere accettato e ricevere approvazione?

Raramente siamo pienamente autentici. Solitamente, ciascuno di noi cerca di essere ciò che crede possa andare bene agli altri. Tale pensiero ha origini ben lontane: durante la nostra infanzia, apprendiamo quali fra i comportamenti adottati ricevono approvazione e quali disapprovazione. Conseguentemente, spesso il modo in cui agiamo non è spontaneo, istintivo ma appreso e calato in base alle circostanze che sperimentiamo. Per compiacere l’esterno, tendiamo ad essere ciò che all’altro piace.

Creiamo, quindi, differenti maschere: quella da brav ragazz, sicur*, sorridente, da salvatore...ci sono alcune, tuttavia, che aderiscono sul nostro volto così tanto e così da tanto tempo da portarci a dubitare chi siamo o cosa vogliamo.

Questo può, talvolta, condurci ad assumere atteggiamenti rigidi e disfunzionali il cui scopo è quello di proteggerci dalla sofferenza, di allontanarci a tutti i costi da essa, donandoci l’illusione di essere forti e resistenti, di avere il controllo, di poter fare a meno di sentire quel dolore.

“Ciascuno si racconcia la maschera come può - la maschera esteriore. Perché dentro poi c'è l'altra, che spesso non s'accorda con quella di fuori. E niente è vero! Vero il mare, sì, vera la montagna; vero il sasso; vero un filo d'erba; ma l'uomo? Sempre mascherato, senza volerlo, senza saperlo, di quella tal cosa ch'egli in buona fede si figura d'essere: bello, buono, grazioso, generoso, infelice, ecc. ecc. E questo fa tanto ridere, a pensarci...” (L. Pirandello)






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